L’incantesimo di Matteo

Ho letto e ascoltato mille interpretazioni sulla fretta di Renzi d’andare al voto in primavera e i consigli di taluni di tardare invece l’appuntamento con le urne.

Ho sentito valide e invalide motivazioni che spingerebbero Renzi a quel passo, tra cui l’impazienza, la crisi d’astinenza dal centro della scena, il timore che qualcuno prenda il suo posto, a partire dallo stesso Gentiloni, l’incognita congressuale nel suo partito e l’ombra della scissione.

Ma io credo che dietro ogni motivazione pur plausibile ci sia una sensazione che precede il calcolo tattico e la ragione politica e sfiora quasi la magia: si è rotto l’incantesimo. Si, lasciamo per un momento la politica politicante e la politologia e addentriamoci nel regno delle favole, dei boschi (o delle boschi) incantati.

Renzi aveva costruito la sua fortuna e la sua ascesa al comando sulla bacchetta magica che mutava la realtà con la forza delle parole e delle formule ammaliatrici: il cambiamento, la rottamazione, cambiar verso e cambiar passo, indicavano una frattura con la realtà e il passaggio a uno stato favoloso, il salto in un magico mondo delle meraviglie.

Per lo scopo si era circondato anche di uno stuolo di personaggi collodiani: gatti e volpi, mangiafuochi e fate turchine, per restare nel cuore incantato della Toscana. Magico, del resto, era stato il suo avvento al potere, senza elezioni.

La sconfitta del 4 dicembre e il conseguente, e coerente, rifiuto di Renzi di proseguire la sua storia fuori dalla favola, non più come leader vincente e fascinoso ma come azzoppato e perdente premier, ha spezzato l’incantesimo.

Ma la sua sensazione è che il sortilegio amaro non abbia ucciso ma solo addormentato il Principe e lasciato in sospeso, in una nuvola grigia, il suo regno stregato. Il timore è che i suoi poteri magici possano alla lunga svanire e che la realtà con le sue vecchie categorie possa riprendere il sopravvento e fugare ogni magia.

Da qui la fretta di rientrare, tramite il voto, nell’incantesimo. Ma una volta svegliati è difficile riprendere i sogni interrotti…

MV, Il Tempo 4 febbraio 2017

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    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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