Il risveglio della realtà
Non so se Elon Musk ci porterà davvero su Marte ma so che Donald Trump ci ha riportati sulla Terra. Dov’eravamo, in quale orbita o in quale anfratto del cosmo, in tutti questi mesi, nel rappresentare la realtà, l’Occidente, l’America in quel modo unilaterale, poi smentito dai fatti? Da una parte c’erano i Mostri Indecenti destinati alla sconfitta, dall’altra lo Spirito del Mondo, lo Spirito del Tempo, lo Spirito del Progresso democratico a proseguire la sua marcia inarrestabile. No, non voglio coglionare con spirito beffardo tutti quelli che hanno sparato contro Trump e ora sono caduti in evidente stato convulsivo o depressivo. L’abbiamo già detto e notato a proposito di quelli che il giorno stesso dell’elezione definimmo I trumpati. Vorrei andare oltre e fare alcune osservazioni, anzi una raffica di domande a bruciapelo.
Ma per voi è normale in un mondo libero, plurale e democratico che nessuna voce dell’establishment, del mainstream, del potere abbia espresso un parere dissonante sulle elezioni americane, cioè abbia detto di preferire Trump alla rivale? Per voi è normale in un mondo libero, plurale e democratico che nessun grande media, nessun grande giornale, nessuna storica testata, nessuna firma, nessun intellettuale riconosciuto e riverito, nessuna agenzia internazionale, nessun rappresentante delle istituzioni e della cultura ufficiale, sottufficiale o accademica, abbia espresso la preferenza per il candidato che poi ha vinto le elezioni? È stato linciato Bezos che aveva annunciato che il suo quotidiano, The Washington post, sarebbe rimasto neutrale, non si sarebbe schierato sulla Casa Bianca. Un tempo la neutralità, l’equidistanza, era considerato un segno democratico di libertà e di rispetto del voto, e invece è diventato come un atto d’infamia e di complicità con il Male.
Per voi è normale in un mondo libero, plurale e democratico che lo star System, la corporazione delle celebrity, Hollywood in blocco nessun regista, attore, cantante, influencer, abbia espresso una mezza voce di dissenso rispetto al Voto Unico, al Giudizio Unico, a favore della candidata perdente?
L’alternativa a questa totale assenza di voci diverse, e che qualche voce, pur sparuta ci fosse, ma non ha avuto alcuna udienza; il che può essere perfino peggio. È legittimo pensare, di fronte a questa granitica unanimità di schieramento – tutti dalla stessa parte, tutti compatti dalla parte opposta del giudizio espresso dal popolo sovrano – che non tutti siano realmente convinti ma lo facciano per conformismo, se non per paura di perdere “il posto” nel teatrino del nostro mondo? Non vi sfiora il dubbio che qualche opinion maker o qualche osservatore magari sotto sotto la pensava diversamente ma sapeva che avrebbe perduto subito la sua postazione privilegiata, se si fosse dichiarato a favore di Trump? Lo avrebbero cacciato o gradualmente emarginato.
In che mondo viviamo se il popolo va da una parte e il potere, lo spettacolo, la cultura, l’informazione vanno dall’altra parte, così compatti? Dove è finita la realtà, altro che le fake news e la post verità, ma proprio la realtà, se il mondo va in una direzione e il racconto, la rappresentazione, l’ideologia vanno nella direzione opposta? Ma potremo mai fidarci dopo questa ennesima prova di separazione delle oligarchie dominanti dalla realtà, dalla verità, dal senso comune, di ciò che dicono, che fanno, e delle loro reali intenzioni e libertà di giudizio?
Non sto dicendo che il popolo abbia sempre ragione, non dico che vox populi sia vox dei, e che tutto ciò che vince o preferisce la gente sia per definizione migliore, ma mi pare abbastanza assurdo arrivare a sostenere l’esatto contrario: tutto ciò che la gente considera come reale, come vero, come preferibile sia sconcio, sbagliato, infame e condannabile.
Ma vi pare possibile che nessuno, dico nessuno, del piano di sopra capisca, preveda, condivida quel che succede nel piano di sotto, o per strada, nel mondo? Dove ci porterà questo scollamento e soprattutto: con che faccia tornano a presentarsi in video dopo quel che hanno detto in coro e in filastrocca, dopo ciò che hanno sostenuto e vaticinato, smentito poi dalla realtà; che affidabilità, che credibilità pensano di avere dopo questa ennesima, disastrosa performance?
A me sono queste le cose che inquietano, e che mi danno la percezione di vivere sotto una specie di regime invisibile che sembra proprio una cappa sotto le mentite spoglie di una democrazia globale, tutta accoglienza, inclusione, apertura. E la questione sollevata va ben oltre il caso Trump o il voto americano perché rivela un sistema, un modo di pensare, che viene applicato a tanti ambiti culturali e sociali, storici e civili, e investe anche le persone, le loro reali responsabilità, il riconoscimento dei loro meriti e delle loro capacità. Mi sembra di vivere dentro una bolla di falsità, ispessita dal livore ideologico, alterata dalla partigianeria e resa opaca dall’omertà connivente di potere.
Vorremmo uscire da questa bolla, svegliarci alla realtà che è più variegata e complessa, non tutto è in bianco o nero, ci sono i colori nonostante il tentativo di imporre una sorta di grigiore globale. Non si tratta dunque di scoprirsi trumpettieri del nuovo corso, si tratta di riconoscere la realtà, le sue varianti e le sue contraddizioni. Sveglia, è ora di aprire le finestre.
La Verità – 10 novembre 2024