Contro Trump pure l’arma teologica 

Per fermare Donald Trump gli hanno sparato contro donne, sentenze, sanzioni, campagne, fisco, divieti, proiettili. Di tutto. Mancava solo che gli mettessero contro Dio. E invece ieri è arrivato pure l’attacco teologico, affidato da noi alla penna e al pensiero di Vito Mancuso, sulla prima pagina de La Stampa. Dopo averla scampata per un soffio o per mezzo centimetro in più, Trump ha commentato: “Per fortuna o grazie a Dio sono ancora qui”. È una frase che avrebbe detto o pensato chiunque, dalla gente comune a Biden, in un momento di lucidità. È persino un modo di dire, By luck or by God, tanto è naturale e diffusa. Ma, detta da Trump, è una specie di bestemmia o di attacco al Signore. A usarla con la stessa prudenza di qualunque mortale, è addirittura Virgilio che nell’Eneide, usa la forma, poi diventata interrogativa nelle espressioni proverbiali: Casusne? Deusne?, sarà stato il Caso, sarà stato (il) Dio? 

Anche un credente ha qualche timore di scomodare Dio per il suo pronto intervento di salvezza nelle vicende umane e terrene. I cattolici di un tempo, più prudentemente, nella loro benefica ingenuità, erano grati ai santi protettori, alla Madonna, agli angeli custodi per non nominare il nome di Dio invano. Quella che a tanti appare oggi un segno di oscurantismo e di superstizione era invece uno spiraglio di saggezza, un buon senso applicato al mistero della vita: il santo, come l’angelo custode, è una figura intermedia tra il cielo e la terra, una figura protettiva. Anzi, rispetto alle creature eteree venute dal cielo per illuminarci, custodirci e proteggici, come recita la preghiera all’Angelo custode, i santi erano uomini come noi, che agiscono nella vita degli uomini, si curano di loro, orientandoli al bene e alla salvezza, inclusa la salvezza nel tempo, nella vita. Un tempo erano loro gli influencer dell’umanità e non piazzavano pandori e uova di pasqua, la loro beneficenza non era pelosa…

Se Trump avesse affermato senza esitazione che era stato salvato dalla mano di Dio i trumpofobi di tutto il pianeta avrebbero subito tradotto che oltre a essere il solito megalomane, mitomane ed egocentrico che riduce Dio al ruolo di bodyguard, è pure il solito nazista, avendo praticamente ripetuto l’infausto motto Gott mit uns, Dio è con noi (che era poi un motto dell’ordine dei cavalieri teutonici, di molto precedente al nazismo e ripreso nella prima guerra mondiale, e solo dopo da Hitler). Giù le mani da Dio, Trumpaccio maledetto. 

E viceversa, se Trump si fosse appellato solo alla Fortuna lo avrebbero sbugiardato come finto cristiano perché credente nella dea fortuna, come un qualunque giocatore d’azzardo ai casinò (e tra i capi d’imputazione a Trump ci sarà stato anche quello). Invece, per una volta, Trump ha detto una cosa saggia e di senso comune, attenendosi al mezzo, con mite prudenza, lasciando aperto il quesito insolubile. E il teologo spazientito gli intima: pronunciati, confessa, sii sincero, è stato Dio o è stata la fortuna? Come dire: non fare il furbo, non nasconderti nell’ambiguità, dicci la verità, come se Trump ne avesse le chiavi; dicci da che parte stai in modo che possiamo attaccarti per l’incauto richiamo a Dio, di ascendenza nazista, o per il richiamo superstizioso alla Fortuna, di ascendenza neo-pagana e quindi ancora nazista. A dir la verità il giornale forza il ragionamento di Mancuso, che nel prosieguo si fa più problematico e più argomentato ma il titolo de la Stampa sentenzia: “Il Tycoon confonde Dio con la fortuna”. 

Ma non è Trump che confonde, è semplicemente l’uomo che non sa, non può sapere se quel che succede sia frutto del caso o di un intervento divino. Non lo sanno neanche i papi, i teologi, i filosofi, figuriamoci gli altri comuni mortali. Persino quando si narra di Gesù Cristo, non è stato ancora risolto il dilemma se Giuda tradendo il Maestro, sia stato un agente del Male o una pedina della Divina Provvidenza nel disegno di redenzione dell’umanità attraverso la Croce. Nessuno è in grado di risolvere il dilemma, ci hanno provato teologi, pensatori e scrittori; figuriamoci se Trump può dare una risposta secca e sbrigativa a quel misterioso quesito… 

A supporto di entrambe le ipotesi si potrebbe ricordare che la fortuna aiuta gli audaci, e che per la tradizione, God save the King, Dio salvi il Re, o negli States il Presidente, anche in pectore.  

Torniamo coi piedi per terra. Ma non vi è mai capitato di sentire che mi sono salvato per miracolo? E’ un pronunciamento teologico, una professione di fede e di interventismo divino, è il riconoscimento che Gianbattista Vico aveva ragione nel ritenere che la storia fosse guidata dalla mano santa della Divina Provvidenza? O è semplicemente un modo di dire, il riconoscimento della nostra ignoranza davanti al mistero dell’esistenza, in balia dei venti, del caso, del destino o della volontà divina?

Suvvia, per una volta lasciatelo stare, ha appena scampato la morte, e col sangue sul volto ha reagito con un coraggio da leone, anziché restare intimorito. Ha poi rivolto un appello responsabile all’unità del Paese, stracciando il discorso contro Biden che aveva preparato. Avversatelo sul terreno della politica e della competizione elettorale, incalzatelo sui temi importanti della politica estera e della società americana. Ma lasciate stare i santi, i demoni, Dio e Satana. Il Signore regna nei cieli, non è uno Spin Doctor per la Casa Bianca. Comunque buona fortuna, che Dio lo protegga.

La Verità – 17 luglio 2024

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    Marcello Veneziani

    Giornalista, scrittore, filosofo

    Marcello Veneziani è nato a Bisceglie e vive tra Roma e Talamone. E’ autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. Tra questi, Amor fati e Anima e corpo, Ritorno a Sud, I Vinti, Vivere non basta e Dio Patria e famiglia (editi da Mondadori), Comunitari o Liberal e Di Padre in Figlio- Elogio della Tradizione (Laterza); poi Lettera agli italiani, Alla luce del mito, Imperdonabili, Nostalgia degli dei, La Leggenda di Fiore, La Cappa e l’ultimo suo saggio Scontenti (Marsilio).
    Ha dedicato libri alla Rivoluzione conservatrice e alla cultura della destra, a Dante e Gentile. Ha diretto e fondato riviste settimanali, ha scritto per vari quotidiani, attualmente è editorialista de La Verità e di Panorama.

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